
04 Apr La Lettera di Pupi Avati al Presidente della RAI: per una rinascita culturale
Il regista Pupi Avati, vincitore del David di Donatello come miglior regista nel 2003 con
“Il cuore altrove”, scrive al Presidente della Rai una lettera in cui i ricordi diventano il cuore e l’anima per una possibile trasformazione culturale.
Così che questo periodo di forzata chiusura possa, al suo termine, lasciare un paese migliore.
Una lettera che parte dall’intimità dei pensieri di molti di noi in questi giorni,
che solo gli artisti sanno descrivere, così, con pochi tratti, portandoci in un mondo altrove
“Dormo di più la mattina, nel silenzio profondo, cimiteriale di una città morta ,
appartengo anagraficamente alla categoria di quelli più svelti a morire.
Ma in questo sterminato silenzio , che è sacro e misterioso e che ci fa comprendere la nostra pochezza,
la nostra vigliaccheria, ci commuove la consapevolezza dei tanti che stanno mettendo a repentaglio le loro vite per salvarci.”
La metafora del cinematografo
“Quello che provo somiglia a quando al cinematografo negli anni cinquanta si rompeva la pellicola e
accadeva che venivi scaraventato fuori da quella storia che era stata capace di sottrarti allo squallore del tuo quotidiano.
“Dimmi quando ricomincia” dicevo a mia madre tenendo gli occhi chiusi e
pregando perché quelli su in cabina si sbrigassero a riattaccare la pellicola.
Perché fossi restituito al più presto a quel magico altrove.”
La vita come la conoscevamo si è fermata come a trattenere il respiro e
a chiudere gli occhi attendendo che il momento passi e si ritorni a vivere.
Avati non si ferma, esprime accoratamente nella sua lettera
il desiderio di un cittadino di un’artista di uno che ha compreso il valore del tempo:
sfruttare questa sospensione per ripartire pronti e avendo gettato le basi per essere migliori di quanto non fossimo prima.
Una possibile rinascita culturale
“Perché non si sconvolgono i palinsesti programmando finalmente i grandi film,
i grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e le opere dei grandi pittori,
dei grandi scultori, dei grandi architetti , la lettura dei testi dei grandi scrittori, la prosa, la poesia, la danza,
insomma perché non diamo la possibilità a milioni di utenti di scoprire che c’è altro,
al di là dello sterile cicaleccio dei salotti frequentati da vip o dai soliti opinionisti.
Perché non proporre quel tipo di programmazione che fa rizzare i capelli ai pubblicitari!
Perché non approfittiamo di questa così speciale opportunità per provare a far crescere culturalmente il paese
stravolgendo davvero i vecchi parametri, contando sull’effetto terapeutico della bellezza?
Il mio appello va al Presidente, al Direttore Generale,
al Consiglio di Amministrazione della RAI affinché mettano mano a un progetto così ambizioso e tuttavia così economico.”
“Progetto che ci faccia trovare, quando in cabina finalmente saranno stati in grado di aggiustare la pellicola, migliori,
più consapevoli di come eravamo quando all’improvviso si interruppe la proiezione.
E potremo allora riaprire gli occhi.”
Potete trovare la lettera integrale su: