16 Apr Cinema e Coronavirus: La Rinascita del Drive-In?
Quando ero un bambino, l’unico modo in cui vedevo i film era dal sedile posteriore dell’auto della mia famiglia al drive-in.
Forest Whitaker
C’era una volta un sogno: il Drive-In.
Sono ormai lontani i giorni in cui le vecchie Ford affollavano le ampie piazze dei Drive-In. le proiezioni di film all’aperto nelle afose serate d’estate ricordano un mondo che non ci appartiene più.
I salotti e gli schermi dei cellulari hanno sostituito quella che era una delle esperienze più particolari (ed emozionanti) dello spettacolo.
Era il 1933, un rivenditore americano di parti di ricambio per automobili, Richard Hollingshead, aprì il primo cinema drive-in, un cinema in cui le persone potevano entrare con le proprie auto.
Il successo fu immediato.
Nel 1956 i Drive-in erano già più di quattro mila e vendevano più biglietti dei cinema al chiuso.
Immortalati dal cinema stesso in capolavori come “Grease” o “American Graffiti”, questi locali furono un punto di riferimento per la generazione dei baby boomer che vi trovarono un economico punto di aggregazione.
Verso la metà degli anni ‘80 che il Drive-In finì così come era iniziato: all’improvviso.
Con l’avanzamento delle migliorie video e audio il Drive-In non riuscì più a soddisfare l’interesse degli spettatori che tornarono a preferire la sala cinematografica.
Oggi, con il distanziamento sociale e l’impossibilità di aggregazione il cinema dovrà trovare metodi alternativi per poter arrivare al grande schermo.
Ed ecco che dopo 40 anni dal suo declino il cinema Drive-In torna a far parlare di sé.
In Texas, nella piccola cittadina di Shertz, la EVO Entertainment, una società di spettacolo e ristorazione, ha deciso di scommettere sul Drive-In.
Nel cinema è consentito recarsi da soli o in compagnia di una sola persona. L’intero stabilimento cinematografico è chiuso, sono aperti soltanto i servizi igienici. E’ possibile consumare cibo acquistato su ordinazione e portato dai dipendenti, ovviamente muniti di mascherine e guanti. Il pagamento si effettua tramite app su smartphone.
Il riscontro è per ora positivo e ci piace pensare che possa ritornare questo modo diverso di guardare un film che molti di noi non hanno mai potuto vivere se non immaginandolo nella serie Happy Days, un posto a metà tra un luogo privato e un luogo di condivisione con altri, seppur a distanza come sarà richiesto per qualche tempo. Ma anche un segnale preciso che il cinema, la poesia della condivisione, e l’emozione di condividerla con altri, non muore mai.