21 Ott “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”
Posted at 16:09h
in Cinema

Nel 1974 l’Italia è un paese in bilico. I venti della contestazione non si sono ancora placati, l’eco del Sessantotto risuona nelle fabbriche e nelle università, e la politica è attraversata da grandi tensioni. È un’Italia attraversata da fratture profonde, tra Nord e Sud, tra operai e borghesi, tra uomini e #donne. Ed è in questo clima acceso che Lina Wertmüller – una delle poche (allora) registe del panorama internazionale – firma uno dei suoi film più emblematici e provocatori che ancora oggi colpiscono: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, disponibile su Prime Video.
Gennarino Carunchio (Giancarlo Giannini) – marinaio siciliano e comunista convinto – e Raffaella Lanzetti (Mariangela Melato) – milanese, borghese, snob e anticomunista – incarnano due mondi agli antipodi. Lui è spinto da un rancore sociale viscerale e da un maschilismo brutale; lei è sarcastica, altezzosa, e non nasconde, con la sua inconfondibile “R” moscia, il disprezzo per il proletariato e per ogni idea di compromesso con la sinistra. I due si muovono in spazi ben separati: lui relegato in cambusa, lei a impartire ordini dal ponte di uno yacht in crociera lungo il #Mediterraneo. Ma è l’ennesimo capriccio di Raffaella a ribaltare le dinamiche e ad abbandonarli soli su un’isola deserta.
Ed è in questo lembo di terra, priva di strutture sociali, che le tensioni latenti esplodono in modo diretto e incontrollato. Gennarino prende il comando, impone la sua legge, e la violenza – verbale e fisica – si trasforma in una feroce vendetta di classe. Raffaella tenta di resistere, ma finisce per cedere, attratta proprio da quella forza brutale che aveva sempre disprezzato. Ne nasce un legame ambiguo, fatto di desiderio e dipendenza, che all’epoca scandalizzò non poco. Eppure, Wertmüller non cerca la provocazione fine a sé stessa: gioca con i paradossi e i ruoli capovolti, lasciando che sia il ritorno alla “civiltà” – con le sue regole e #ipocrisie – a stabilire se quel cambiamento sia stato reale o solo un miraggio d’estate.