Tanti auguri mamma! 5 film sulla forza delle madri

 

Dio non poteva essere

dappertutto, così ha creato le madri.

Antico Proverbio ebraico

 

La celebrazione più dolce dell’anno è dedicata a una delle figure più importanti della vita di ognuno.

Istituita per la prima volta negli Stati Uniti d’America nel 1908, la festa della mamma è diventata parte integrante delle festività annuali, momento di calorosa aggregazione per tutta la famiglia.

La celebrazione della figura materna ha origini molto più antiche: la festività era simbolo del passaggio dal freddo invernale al calore primavera. E in quasi tutte le civiltà del passato c’è la presenza di una divinità femminile, la Grande Madre, venerata in quanto portatrice di vita e rinascita.

E l’arte ha continuato e contribuito ad esaltare la maternità: dalla pietà michelangiolesca alla letteratura passando per la poesia e la musica.

Celebrate in tutte le forme d’arte la figura e il ruolo della madre è protagonista nella settima arte lasciando impresse nella pellicola e nei cuori storie indimenticabile e senza tempo.

Il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono.

Honoré de Balzac

1. Piccole Donne

Tratto dal romanzo capolavoro di Louisa May Alcott, l’adattamento cinematografico del 1933 riscosse un successo immediato rimanendo nelle sale cinematografiche per l’eccezionale periodo di tre settimane consecutive

La storia narra le vicende della famiglia March, composta da quattro sorelle con i loro genitori. Dopo lo scoppio della guerra di secessione il padre parte per il fronte lasciando le ragazze sole a vivere nella loro piccola cittadina. 

Le sorelle  vivono i loro piccoli accadimenti colmando di affetto la madre in quella che sarà a tutti gli effetti un’Odissea d’amore.

Il film si aggiudicò il premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.

Dallo stesso romanzo sono stati tratti altri 6 adattamenti, il più recente dei quali è stato diretto da Greta Gerwig a candidato a 6 Oscar.

2. La prima cosa bella

Diretto da Paolo Virzì, La prima cosa bella è il nono film del regista livornese uscito nelle sale nel gennaio 2010.

Bruno Michelucci è un insegnante di lettere a Milano,i è infelice, fa uso di droghe e prova senza successo a lasciare la fidanzanta fin troppo entusiasta del loro rapporto.

Lontano dalla propria città natale, Livorno, sopravvive ai ricordi d’infanzia e dell’estroversa madre ora anziana e ricoverata in un centro di cure palliative.

Grazie alla sorella Valeria decisa a farlo riconciliare con la madre, torna a Livorno e instaura con lei un nuovo rapporto.

Film premiatissimo ha ottenuto 18 candidature ai David di Donatello 2010, vincendo tre, per la  migliore sceneggiatura, per l’attrice protagonista (Micaela Ramazzotti) e per l’attore protagonista (Valerio Mastandrea). 

Il titolo del film riprende esplicitamente la canzone di Nicola di Bari, tema musicale portante di tutto il film.

3. Mamma Roma

Secondo film di Pier Paolo Pasolini del 1962. 

Mamma Roma, interpretata da Anna Magnani, è una prostituta romana decisa a cambiare vita dopo che il suo protettore si sposa, lasciandola finalmente libera. 

La donna decide di dedicare la sua nuova vita a Ettore, suo figlio, ignaro del vecchio mestiere della madre. 

Mamma Roma cambia radicalmente vita,  si mette a vendere frutta e verdura, si trasferisce in un appartamento nella periferia di Roma, cerca di indirizzare il figlio nelle scelte femminili e di trovargli un lavoro nella speranza di prospettargli un futuro di tranquillità.

Un giorno improvvisamente il protettore torna a cercare Mamma Roma e la riporta sulla strada. 

Ettore viene a sapere da Bruna quale sia la vera professione della madre e per reazione comincia a delinquere; verrà infine arrestato dopo per aver rubato una radiolina a un degente dell’ospedale. In carcere il ragazzo morirà di febbre, legato ad un letto di contenzione.

Le musiche del film sono tutte del concerto in Do Minore di Antonio Vivaldi. 

Il film è stato presentato alla XXIII mostra di Venezia il 31 agosto 1962. Ha vinto il Premio della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema.

4. Tutto su mia madre

Film del 1999, premio Oscar del pluripremiato regista Pedro Almodòvar. 

Il film ruota attorno alle vicende di Manuela, madre di un figlio di diciassettenne morto in un incidente stradale.

Manuela presa dalla disperazione decide di trovare il padre del ragazzo che vive a Barcellona ed è diventato Lola, un travestito. 

Lì la donna incontrerà Agrado, altro travestito, e anche l’attrice indiretta responsabile della morte del figlio.

Icona del cinema di Almodòvar, Tutto su mia madre è il primo film spagnolo a vincere sia il Golden Globe che l’Oscar e ha consacrato Almodòvar alla cinematografia internazionale.

Oltre ad essere un film sull’essere madre, indaga anche l’identità di genere, la transizione sessuale e la piaga dell’AIDS nella comunità spagnola.

5. Lo specchio della vita

Film del 1959 diretto dal maestro del melodramma Douglas Sirk. 

Remake del film Lo specchio della vita (Imitation of Life) del 1934. 

Nel 2015, il film è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Library of Congress.

Lora Meredith è vedova con una bambina, Susy; benché in ristrettezze economiche, decide di accogliere in casa una donna di colore, Emy Johnson, e la sua bambina, Sara Jane. 

Lora conosce un  giovane fotografo disoccupato, Steve, che s’innamora di lei e le chiede di sposarlo.

Nel frattempo un commediografo le propone di interpretare la protagonista in una sua opera. Quello sarà solo l’inizio della sua carriera fatta di fama, gloria e denaro. 

Sara Jane, la figlia di Emy, ha la pelle quasi bianca e mal sopporta di essere considerata una nera a causa della madre.

Lora, che è giunta ormai all’apice della sua gloriosa carriera, incomincia a soffrire di solitudine vista anche la trascuratezza a cui ha condannato la figlia che sente verso di lei una crudele avversione. 

Il film vinse un Golden Globe e venne candidato a due Premi Oscar.

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