Il nome sopra il titolo- Frank Capra e il Genio Americano

“Non ero interessato alla gloria, ma a fare film. Non volevo esibire la macchina da presa, il regista, lo sceneggiatore. Volevo il pubblico coinvolto nella storia”.

 

Le sue storie ci hanno ispirato, i suoi monologhi ci hanno fatto piangere e i suoi finali ci hanno fatto sognare.

E’ stato il regista dell’american dream, il Self Made Man degli anni ‘30. La prima persona che ha visto il proprio nome comparire prima del titolo del film. 

Il 18 maggio del 1897 nasceva, in un piccolo paesino della Sicilia, uno dei più grandi registi della Old Hollywood, Frank Capra.

LA NASCITA DEL MITO

Italiano di nascita ma americano per vocazione, Capra, ha saputo far sognare i suoi spettatori nelle ore più buie della storia americana.

Formatosi con una dura gavetta, inizia la sua carriera nel 1926 collaborando con il grande attore del cinema muto Henry Langdon in La Grande Sparata (The Strong Man) e Le sue ultime mutandine (Long Pants). 

Film muti che si inseriscono nella tradizione, vengono però immediatamente caratterizzati da un tema molto caro a Capra: un ‘uomo semplice alle prese con situazioni senza scampo e che, grazie all’intervento imprevisto della fortuna, riesce sempre a cavarsela.

Henry Landon sul set de “La Grande Sparata”

I film ottengono un grande successo ma nonostante questo Capra rompe i suoi rapporti con Langdon per cominciare a lavorare per la Columbia Pictures, la più piccola delle major hollywoodiane, definita dalle altre in modo spregevole la Poverty Row  (La Mensa dei Poveri).

 

“Il cinema è uno dei tre linguaggi universali; gli altri due sono la matematica e la musica.”

IL SUCCESSO: ACCADDE UNA NOTTE

Il primo grande successo di Capra sarà Accadde una notte (It Happened One Night) del 1934. Grazie all’economizzazione e al genio di Capra il film sarà uno straordinario successo diventando il primo film a vincere i 5 Oscar maggiori: miglior film, regia, sceneggiatura, attore protagonista e attrice protagonista.

La pellicola è ancora oggi considerata una commedie più brillanti dell’età d’oro di Hollywood, consacrando la figura del protagonista, Clarke Gable, a sex symbol degli anni Trenta.

La sua popolarità come regista e sceneggiatore continua a crescere con le commedie, sempre in linea con la politica rooseveltiana dell’epoca. 

E’ arrivata la felicità (Mr. Deeds Goes to Town,1936), Mr. Smith va a Washington (Mr. Smith Goes to Washington, 1939), “Arriva John Doe” (Meet John Doe, 1941), Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and Old Lace, 1944) sono solo alcune dei titoli che portarono alla ribalta Gary Cooper, James Stewart e Cary Grant.

Tutte queste pellicole sono caratterizzate da un lieto fine poco spesso fine a sé stesso, suggeriscono una realtà così come dovrebbe essere, dissimulando la corruzione e la violenza del reale.

Frame da “Arsenico e vecchi Merletti”

WHY WE FIGHT: IL CINEMA DI PROPAGANDA

Con lo scoppio della guerra, Capra si arruola nell’esercito degli Stati Uniti coordinando la propaganda bellica.

Tra il 1942 e il 1945 produce una serie di documentari intitolati Why we Fight

Anche se la serie era composta principalmente da materiale d’archivio Capra riesce a rendere uniche quelle immagini di guerra vincendo il premio Oscar per il primo episodio della serie: Preludio alla guerra.

“Why we fight, titolo di apertura”

IL CANTO DEL CIGNO

1945, deluso dal New Deal, Capra ritorna alla commedia producendo altri due capolavori, sprizzanti del suo tipico ottimismo: La vita è una cosa meravigliosa (It’s a Wonderful Life, 1946) e Lo stato dell’Unione (State of the Union, 1948), che si rivela essere il suo testamento spirituale. 

Ritiratosi, trascorre gli anni Cinquanta girando documentari didattici per la televisione. 

Torna al cinema nel 1959 con Un uomo da vendere (A Hole in the Head) per poi finire la sua carriera cinematografica nel 1962 con Angeli con la pistola (Pocketful of Miracles). Film, quest’ultimo, dal finale amaro, lontano dall’ottimismo a cui Capra aveva abituato e che riflette l’impossibilità di raggiungere un lieto fine nella contemporaneità.

Bette Davis e Glenn Ford in “Angeli con la pistola”

Bette Davis e Glenn Ford in “Angeli con la pistola”

 

Share