Il cinema a Milano: una storia d’amore lunga più di un secolo

Anche se nell’immaginario collettivo la capitale storica del cinema italiano è Roma con Cinecittà, pochi sanno o ricordano che la primissima industria cinematografica del bel paese si è sviluppata nella città meneghina, ed in particolare nel quartiere Turro dove Luca Comerio, fece costruire un moderno, per i tempi, stabilimento cinematografico con un teatro di posa situato su un’area di 22.000 metri quadri.

Comerio fu anche un pioniere del documentario di guerra, essendo probabilmente il primo ad aver documentato cinematograficamente la guerra dal fronte durante la spedizione militare italiana in Libia del 1911.

Nel 1917 vennero edificati nella zona della Bovisa, gli stabilimenti dell’Armenia Film di Hovhannes H. Zelilian dove oggi in via Filippo Baldinucci sorge un parco che ne porta il nome.

 

 

 

Poi venne il ventennio, ed il regime fascista edificò cinecittà che divenne il centro di produzione cinematografica italiana.

Gli anni ’50 e ’60

La storia dell’amore tra la città della Madonnina e il cinema riprende nel secondo dopoguerra: è infatti nella sua cornice che vengono girati film come “Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica nel 1951.

Il finale con il volo a cavallo delle scope tra le guglie del Duomo ispirerà anni dopo il volo dei ragazzini in bicicletta in “ET l’extraterrestre” di Steven Spielberg.

Nel 1960 “Rocco e i suoi fratelli”, di Luchino Visconti, regista che rappresenta una delle più importanti personalità della cultura del ventesimo secolo.

Oltre ad essere ambientazione per le storie di grandi registi, Milano vede la crescita di nuove forme di comunicazione visiva: milanesi sono Bruno Bozzetto e Osvaldo Cavandoli e i Fratelli Pagot che fecero la storia dell’animazione in Italia creando personaggi indimenticabili come il Sig. Rossi, La Linea e Calimero.

Milanese d’adozione è Ermanno Olmi che qui muove i suoi primi passi documentando l’attività industriale della Edison-Volta.

Gli anni ’70

Crescono e cambiano i filoni narrativi, Milano rappresenta l’opposizione tra nord e sud, come in “Totò Peppino e la Malafemmina” e diventa il luogo della dove la classe operaia sopravvive tra rivendicazioni sociali, lavoro duro e passioni come ad esempio in “Romanzo popolare” di Monicelli del 1974.

Sempre negli anni 70 è il filone dei film polizieschi a trovare la sua ambientazione tra le strade e i vicoli all’ombra della Madonnina, da “Banditi a Milano” del 1968 fino a “Il cinico, l’infame e il violento” del 1977 e passando per “Milano calibro 9” del 1972 con un inedito Gastone Moschin.

E vede anche la nascita di attori e registi come Maurizio Nichetti che arrivando da un esperienza teatrale in cui fonda il gruppo “Quelli di Grock” con “Ratataplan” del 1979 riporta la commedia onirica e surreale nel cinema italiano arrivando ad essere paragonato a Woody Allen.

Gli anni ’80

Saranno gli anni 80 e la Milano da bere con tutti i suoi cliché a dare un nuovo slancio alla città che diventa simbolo di opportunità: nascono i comici come Pozzetto,  gli artisti del Derby da cui arriveranno personaggi come Diego Abatantuono, Claudio Bisio, Massimo Boldi, i Gatti di Vicolo Miracoli (tra cui Jerry Calà).

La commedia di Adriano Celentano, i film di Vanzina che nella Milano da bere ambientano pellicole come “Via Montenapoleone”, “Sotto il vestito Niente” e “Yuppies”, fino al regista premio Oscar Gabriele Salvatores che, milanese d’adozione, ambienta nella città che lo ha visto crescere non solo artisticamente, i suoi primi film: “Kamikazen” e “Marrakech Express”, rispettivamente del 1987 e 1989.

 

Dagli anni ’90

Dagli anni ‘90 in poi Milano vedrà l’affermazione di realtà come Aldo Giovanni e Giacomo che riportano in auge il mai sopito conflitto tra nord e sud Italia facendo di Milano lo scenario delle loro avventure come in “Chiedimi se sono felice” del 2000 in cui la partita a basket tra il trio e la squadra dei “Ghisa” in Piazza dei Mercanti o i giri notturni in bicicletta per le vie del quartiere Isola sono rimasti nell’immaginario di tante persone.

E Milano oggi?

Milano oggi è la città della moda, è vista come la più europea delle città italiane, ed è costellata di realtà produttive di ogni dimensione che si occupano di scrivere e realizzare ogni prodotto nell’ambito della produzione video, dai videoclip musicali e  video per la moda, pubblicità, ai documentari, film e serie televisive.

Sono realtà a carattere locale e internazionale, come Real Time, Colorado Film Fondata da Abatantuono e Salvatores, Indigo film che con “La grande bellezza” ha fatto incetta di premi, tra cui un premio Oscar come miglio film straniero nel 2014.

Mir Cinematografica che, mantenendo la caratteristica di produzione cinematografica indipendente, instaura una fortunata collaborazione con la regista Alina Marazzi producendo lavori come “Un’ora sole ti vorrei” con cui ottenne una menzione speciale al Festival dei Popoli, al festival di Locarno e vinse il premio per il miglior documentario al Torino Film Festiva, “Vogliamo anche le rose” o “Tutto parla di te” con Charlotte Rampling, dando sempre voce ai temi legati all’universo femminile.

Con “Liberami”di Federica Di Giacomo vince il Leone come miglior Film nella sezione Orizzonti alla 73a mostra del cinema di Venezia.

Poi Studio Bozzetto che produce animazione per ogni tipologia di media, Studio Azzurro che ha fatto la storia della video arte in Italia e Altamarea, indipendente casa di produzione, solo per citare alcune delle realtà che insieme testimoniano il fermento e la creatività che vivono alla luce della Madonnina.

 

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